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L'ultima Olimpiade "a misura umana" resta inarrivato esempio di come sia possibile far convivere antiche e moderne civiltà. Accanto a splendidi impianti come l'Olimpico ed il Velodromo, le gare resero la vita ai più celebri monumenti della classicità romana: le Terme di Caracalla (ginnastica), la Basilica di Massenzio (lotta), la via Appia (dove venne corsa di notte la maratona, vinta dall'etiope Abebe Bikila che stupì correndo scalzo). Gli italiani si superarono: con 36 medaglie furono terzi nel medagliere dietro Unione Sovietica (99) e Stati Uniti (71). L'eroe azzurro fu Livio Berruti; quelli dei Giochi il ginnasta russo Boris Shakhlin, che vinse 7 medaglie, e la "gazzella nera" Wilma Rudolph. La struggente fiaccolata spontanea che illuminò lo stadio Olimpico, nella tiepida sera della chiusura, segnò per sempre la fine dell'epoca romantica dello sport.