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Le mutate condizioni internazionali fecero sentire meno il loro peso sulle seconde Olimpiadi asiatiche, strappate dalla capitale della Corea del Sud alla giapponese Nagoya. Tuttavia l'intransigenza della Corea del Nord, che curiosamente pretendeva che il CIO le assegnasse l'organizzazione di almeno la metà delle gare, causò diverse tensioni. Venne respinta con sdegno l'offerta dei sud-coerani di far correre la maratona tra le frontiere dei due stati, divisi sin dagli anni Cinquanta dalla guerra del 38° parallelo, e furono anzi avanzate minacce di possibili attentati. Alla fine assenti risultarono solo Corea del Nord, Cuba, Etiopia, Nicaragua, Albania e Seycelles. Il movimento olimpico si avviava ormai verso la sua riunificazione. Gelindo Bordin regalò all'Italia la medaglia d'oro nella maratona, 80 anni dopo il dramma di Pietri.